Le erbe aromatiche e le spezie sono prodotti di origine vegetale noti fin dall’antichità e ampiamente utilizzati nella pratica quotidiana nella preparazione degli alimenti. In passato, prima di essere impiegati in cucina come aromatizzanti, venivano utilizzati a scopo terapeutico in quanto trattasi di prodotti contenenti fitonutrienti, ovvero sostanze dalle proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e di recente scoperta anche dalle probabili proprietà antitumorali.
L’attività antiossidante accumuna questi preziosi prodotti vegetali. In particolare, con il termine antiossidanti si fa riferimento a quelle sostanze in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, composti instabili molto dannosi per l’organismo in quanto possono accelerare i processi di invecchiamento cellulare e attivare i processi infiammatori. Il consumo delle spezie e delle erbe aromatiche nelle giuste proporzioni - sia come condimenti sia nella preparazione degli alimenti – abbinato ad uno stile di vita sano e attivo (il quale prevede una corretta alimentazione e una attività fisica costante) può dare quindi un contributo positivo sulla salute umana.
Quali sono le erbe aromatiche da utilizzare?
Fra le erbe aromatiche citiamo in primo luogo il basilico, i cui principali fitonutrienti sono l’orientina e la vicenina, con funzione prevalentemente antiossidante, e l’eugenolo e l’apigenina (oli volatili). Nella medicina ayurvedica il basilico veniva impiegato per contrastare disturbi digestivi e per curare le infezioni. Nella medicina tradizionale viene utilizzato per il trattamento dei dolori (reumatici ed articolari) grazie alla presenza dell’eugenolo, olio volatile dall’efficacia antidolorifica, e per rimarginare le ferite. Inoltre, viene anche impiegato come rimedio nei confronti dell’acne in quanto è stato visto che le diverse specie di basilico – in opportune formule – sono in grado di controllare i batteri responsabili della suddetta patologia.
Il basilico può essere utilizzato sia fresco che essiccato, anche se l’essicazione porta ad una perdita parziale del suo gusto originario. È consigliabile piuttosto congelarlo, poiché in tal modo preserva le proprietà aromatiche. È ottimo da utilizzare per condire delle paste fredde, ideali da consumare nei mesi più caldi dell’anno, per arricchire delle insalate e per dare un tocco di freschezza a centrifughe di frutta e verdura, un ottimo spuntino estivo per fare il pieno di vitamine e minerali!
E quali spezie è meglio utilizzare?
Relativamente alle spezie, possiamo citare la curcuma ed il peperoncino.
La curcuma è una spezia che si ottiene dal rizoma della pianta il cui principio attivo è la curcumina, un composto dall’azione antiossidante, anti infiammatoria e immunostimolante. In particolare, da recenti studi risulta che la curcumina influenzi positivamente (quindi riduca) lo stato infiammatorio che è alla base di patologie come il diabete di tipo 2, l’obesità, disturbi cardiovascolari e tumori. Relativamente a questi ultimi, la curcuma potrebbe avere un qualche effetto positivo dato lo stretto legame del cancro con lo stato infiammatorio alterato e lo stress ossidativo, e date le potenziali proprietà antiossidanti e antinfiammatorie di questa preziosa spezia. Inoltre, le sostanze attive contenute nella curcuma hanno proprietà eupeptiche (ovvero favoriscono le funzioni digestive), colagoghe e coleretiche (agevolano la produzione, la secrezione e l’escrezione della bile con conseguente effetto benefico sul fegato), pertanto questa spezia viene impiegata in erboristeria per il trattamento di disturbi gastrointestinali associati alla dispepsia.
La curcuma è una spezia dai molteplici usi in cucina, in più è un colorante naturale. La si può utilizzare per la preparazione di salse da condimento o per aromatizzare bevande come the e tisane. Questa polvere dal colore giallo acceso può essere utilizzata anche per dare sapore e colore a insalate, antipasti, verdure, primi piatti (come zuppe e vellutate), ma anche secondi piatti di carne e pesce.
Infine, un’ulteriore spezia dalle proprietà benefiche è il peperoncino, il cui principio attivo è la capsaicina, un alcaloide concentrato nelle membrane interne del frutto responsabile del senso di “bruciore” a contatto con le mucose. Si tratta di una molecola dalla bassa sensibilità termica, infatti la piccantezza in cottura rimane totalmente inalterata.
La capsaicina è nota per le sue proprietà antidolorifiche, antiossidanti, antibatteriche e digestive (aumenta la secrezione di saliva e succhi gastrici). L’attività antiossidante di questa spezia è conferita anche della presenza della vitamina C e della vitamina A.
In cucina il peperoncino viene utilizzato come insaporitore ed esaltatore di sapidità, rappresentando così una valida alternativa al sale. Può essere impiegato fresco o essiccato, intero, sminuzzato, a tocchetti, tostato, fritto, macinato o tritato, per arricchire sia primi piatti (pasta, minestre e zuppe), sia secondi piatti di carne e pesce, che vegetali e legumi.
È bene sottolineare che l’utilizzo del peperoncino è sconsigliato in presenza di patologie gastriche come la gastrite, anche se alcuni studi clinici suggeriscono come l'uso costante di peperoncino possa prevenire patologie come l’ulcera gastrica. D’altro canto, in fase acuta è comunque buona norma eliminarlo dalla dieta.
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