Molto spesso i pazienti ci rivolgono domande sulla cura dei denti o, più in generale, sul nostro Centro: per questo abbiamo raccolto e pubblicato i quesiti più interessanti e metterli a vostra disposizione.
Possono sottoporsi tutti all'esame BIA o ci sono limitazioni?
L’esame BIA eseguito con lo strumento di ultima generazione BIA 101 BIVA – Akern non ha controindicazioni e può essere effettuato su tutte le tipologie di soggetti: donne in gravidanza, neonati, anziani, portatori di dispositivi cardiaci impiantabili e protesi metalliche.
Sono necessari controlli periodici?
Controlli periodici permettono la comprensione dei reali cambiamenti di composizione corporea associati alla dieta personalizzata e all’attività fisica.
Come si svolge il test di analisi di composizione corporea?
Il test di analisi di impedenza bioelettrica (BIA) è semplice, rapido e non invasivo. Il soggetto deve essere disteso su un lettino con arti superiori e inferiori leggermente divaricati. Vengono applicati quattro elettrodi sull’emisoma destro del soggetto e in pochi secondi lo strumento emette i valori necessari alla valutazione della composizione corporea.
Che obiettivi si prefigge l'analisi di impedenza bioelettrica BIA?
L’obiettivo è analizzare lo stato reale di composizione corporea all’inizio di un percorso nutrizionale, non limitandosi solo al peso corporeo, ma valutando in maniera molto precisa la quantità e la qualità dei liquidi corporei, della massa muscolare e del grasso, per raggiungere una estrema personalizzazione della dieta.
Cosa analizza il BIA 101 BIVA?
Attraverso la metodica BIA è possibile:
- analizzare lo stato di idratazione (eventuale disidratazione e ritenzione idrica);
- valutare lo stato di nutrizione;
- valutare la quantità di massa muscolare e di grasso corporeo;
- stimare il metabolismo basale e il fabbisogno energetico giornaliero.
Cos'è BIA 101 BIVA?
Lo strumento BIA 101 BIVA della Akern è il nuovo analizzatore di bioimpedenza a frequenza specifica per la valutazione dello stato nutrizionale, muscolare ed idroelettrolitico..
Quali sono i tipi di lesioni del cavo orale?
Esistono molti tipi di lesioni del cavo orale che possiamo riunire in due grandi gruppi:
- gruppo delle lesioni delle mucose di superficie, che si possono presentare come bolle o ulcere di vari colori: bianche, rosse, bluastre, pigmentate nerastre;
- lesioni al di sotto delle mucose non superficiali, che gonfiano la lingua, il pavimento orale o la gengiva.
Le lesioni del cavo orale sono maligne o benigne?
La stragrande maggioranza delle lesioni del cavo orale è benigna e comprende:
- lesioni di tipo traumatico (ad esempio morsi delle guance, lesioni dovute a denti rotti o taglienti, lesioni da traumi quali botte o colpi alla bocca);
- lesioni infiammatorie (gengiviti con aumento di volume delle gengive localizzato);
- lesioni infettive (herpes orali, verruche, papillomi ecc.);
- lesioni da malattie autoimmuni (pemfigo, lupus, ecc.);
- lesioni precancerose e i tumori della bocca, che in alcuni casi gravi possono insorgere.
Quali sono le terapie per i tumori del cavo orale?
Una diagnosi precoce e un trattamento adeguato fin dall'inizio sono le migliori armi che abbiamo a disposizione contro i tumori del cavo orale. La principale terapia del tumore del cavo orale è chirurgica, appare quindi evidente che tanto precoce sarà la diagnosi, tanto minore sarà l'impatto sul paziente della chirurgia, con interventi minori ed efficaci per la guarigione.
Si possono prevenire i tumori del cavo orale?
Ripensando ai fattori di rischio, la miglior prevenzione passa dall'astensione dal fumo, la riduzione del consumo di alcolici, un'attenta igiene del cavo orale con particolare attenzione a tutto quello che causa un trauma alle guance, lingua, e tutte le parti che compongono il nostro cavo orale. È importante fare regolari controlli dal Dentista per avere un costante monitoraggio delle mucose orali, prevenire o risolvere le fonti di traumatismi e intercettare precocemente le eventuali lesioni patologiche.
Come si fa la diagnosi delle lesioni del cavo orale?
Quando si arriva alla presenza di un tumore del cavo orale, si tratta spesso di lesioni ben visibili, quindi è importante rivolgersi tempestivamente all’Odontoiatra o all’Otorinolaringoiatra per avere una diagnosi. Il Medico ispezionerà il cavo orale per valutare la lesione e, qualora avesse dei dubbi sulla natura della stessa, richiederà un approfondimento con esami radiologici, e una biopsia con esame istologico, cioè un piccolo prelievo di tessuto che poi verrà esaminato in laboratorio.
Quali sono i fattori di rischio delle lesioni del cavo orale?
I principali fattori di rischio sistemici sono il fumo, l'alcool, fattori legati ai denti e alla cattiva igiene orale, i deficit del sistema immunitario, il papilloma virus (HPV) e le malattie metaboliche. È importante sottolineare che l'associazione di fumo e alcool moltiplica di 7 volte il rischio di contrarre questi tumori.
I fattori di rischio locali legati ai denti sono invece: la scarsa igiene orale associata a denti rotti, taglienti o mal posizionati piuttosto che ricostruzioni incongrue e protesi mobili che provocano un trauma continuo sulle mucose del cavo orale, fino ad indurre la comparsa di un tumore.
Quali sono i soggetti più a rischio di tumori maligni del cavo orale?
I tumori orali nell'uomo sono circa 4 volte più frequenti che nella donna. L'età più colpita è tra i 50 e i 60 anni, anche se sempre più spesso si riscontrano casi i tumori precoci in uomini e donne sotto i 40 anni di età. In circa metà dei casi i tumori orali insorgono inizialmente come lesioni non ancora maligne, dette precancerose, ma nel tempo, se non curate, possono diventarlo. Nell'altra metà dei casi, insorgono fin da subito come tumori maligni.
Per chi e cosa è indicato il lifting non chirurgico?
Il lifting non chirurgico è indicato per pazienti che non hanno grandi problematiche estetiche, risolvibili solo con un intervento chirurgico, ma piccoli cedimenti di tessuti cutanei e sottocutanei, come ad esempio:
- abbassamento del sopracciglio;
- guance cadenti;
- perdita di tono dei tessuti del collo;
- solchi nasolabiali pronunciati;
- rughe e pieghe nel décolleté.
Quanto durano gli effetti del lifting non chirurgico?
Gli effetti si mantengono per un anno e mezzo.
Ci sono limiti di età per il lifting non chirurgico?
No, può essere effettuato a qualunque età e in ogni momento dell’anno.
Dopo quanto tempo vedo i risultati del lifting non chirurgico?
Per ottenere risultati visibili basta anche un trattamento, ma nella media sono necessari tre, soprattutto per le pelli più mature e sottili. Gli effetti si apprezzano da subito, ma saranno più evidenti a distanza di un mese, quando il collagene avrà avuto il tempo di rigenerarsi.
Dopo il lifting non chirurgico avrò disagi?
Dopo il trattamento potete tornare serenamente alla vostra vita di tutti i giorni, senza rinunciare ad alcun impegno o attività: nell’ immediato post avrete solamente un colorito roseo, ma nessun fastidio tipico di un intervento chirurgico.
Come funziona il lifting non chirurgico?
l lifting non chirurgico è un trattamento medicale indolore che, grazie a ultrasuoni microfocalizzati di ultima generazione, sprigiona calore e agisce a due diverse livelli:
- livello profondo: agisce da effetto lifting sui muscoli del viso e del collo;
- livello superficiale: stimola la produzione di collagene ricompattando la cute.
Il lifting non chirurgico è doloroso?
Il lifting non chirurgico è un trattamento medicale non invasivo e indolore che consente di cancellare gli inestetismi di viso e collo con ultrasuoni microfocalizzati di ultima generazione.
E'vero che in gravidanza le gengive sanguinano più spesso?
Durante la gravidanza, le gengive si comportano come tutte le mucose: gli ormoni gravidici, infatti, con i loro effetti coinvolgono tutte le mucose del corpo materno. L’azione ormonale stimola la crescita e il trofismo delle mucose, che tendono ad aumentare di volume e ad essere più vascolarizzate e reattive. Per questo motivo, in gravidanza anche le gengive tendono ad essere più voluminose e irrorate di sangue, e di conseguenza reagiscono in modo più immediato alla presenza di placca e tartaro, gonfiandosi e sanguinando facilmente.
In gravidanza aumenta il rischio di carie?
Durante la gravidanza il rischio di carie aumenta per una serie di motivi, che sono:
- reflusso e vomito;
- spuntini frequenti;
- maggior consumo di cibi e bevande acide;
- diabete gestazionale;
- gonfiore gengivale;
- ipertensione.
Come si tolgono i brillantini sui denti?
Se e quando il paziente si stancasse di avere il brillantino in bocca, sarà possibile rimuoverlo in modo molto semplice e rapido, senza intaccare il dente e senza che rimangano segni visibili di questo intervento. Per questo motivo il brillantino è un ottima alternativa all’applicazione di un piercing in bocca o nella zona periorale, operazione che richiede invece un impegno diverso sia in termini economici che anche, e soprattutto, biologici, con conseguenze importanti per la zona interessata.
Corro dei rischi ad applicare i brillantini sui denti?
I brillantini utilizzati sono simili a quelli che si incollano sugli abiti o sui fogli di carta, ma opportunamente disinfettati e trattati per poter essere utilizzati in bocca senza rischi di rigetto per il Paziente.
Come si applicano i brillantini sui denti?
L’applicazione dei brillantini non è altro che una procedura di incollaggio: il dente sano non viene minimamente intaccato, e ci si limita ad apporvi il brillantino con un apposito sistema adesivo. Dopo aver spalmato un sottile strato di adesivo sul brillantino, questo viene posizionato e fissato al dente sempre con la lampada blu.
Tutti possono applicare i brillantini sui denti?
Tutti possono richiedere i brillantini, in quanto non esistono controindicazioni al loro utilizzo, a patto che prima vengano eseguite le necessarie procedure di igiene dentale e la rimozione di eventuali carie.
Applicare i brillantini sui denti è complicato?
L’applicazione di uno o più brillantini su un dente è una procedura semplice e veloce, che non comporta nessun danno per il dente e consente di aggiungere lucentezza a un sorriso curato. Il brillantino ha uno spessore molto sottile e non rende difficoltosi i normali movimenti della bocca, anzi spesso il paziente si dimentica di averlo dopo poche ore! Il paziente, subito dopo il termine della procedura, può tornare a casa e riprendere la vita quotidiana senza alcuna limitazione: non è necessario attendere prima di mangiare, bere o parlare.
In quali casi è possibile beneficiare del reshaping?
Il reshaping si può utilizzare per migliorare i denti in varie situazioni:
- nel caso di denti scheggiati o con margini consumati;
- quando due denti corrispondenti (ad esempio i due incisivi centrali) non hanno la stessa forma e vogliamo renderli più simmetrici;
- sui denti che hanno difetti di forma o dimensione, per armonizzarli col resto del sorriso (ad esempio nel caso di denti conoidi o di incisivi laterali superiori troppo piccoli);
- nel caso in cui il sorriso sia irregolare e lo si voglia migliorare senza effettuare interventi più invasivi;
- al termine di un trattamento ortodontico, per camuffare le piccole irregolarità dei denti, che non sempre sono perfettamente simmetrici e armonici tra di loro.
Tutti possono richiedere questa procedura del reshaping?
Non ci sono controindicazioni a utilizzare il reshaping sui denti naturali di qualsiasi Paziente, ma è fondamentale effettuare una visita dall’odontoiatra di fiducia per ricevere consigli personalizzati e capire se questa è la strada più indicata per migliorare il proprio sorriso con risultati soddisfacenti..
Dopo il reshaping il Paziente deve seguire istruzioni particolari?
Al termine della seduta il Paziente può subito mangiare senza problemi. L’unica indicazione che si dà è quella di evitare di addentare con i denti ricostruiti i cibi molto duri, perchè le piccole quantità di materiale utilizzato per la ricostruzione potrebbero staccarsi, Anche in questo caso, però, è possibile ripristinare il dente eseguendo la stessa procedura, che può essere ripetuta senza difficoltà e senza alcuna controindicazione.
Il reshaping è doloroso? E’ necessaria l’anestesia?
L’intera procedura viene eseguita senza bisogno di anestesia perchè non comporta alcun dolore per il Paziente. Non essendoci la necessità di eliminare sostanza dentale prima di ricostruire, infatti, non si espone la parte sensibile del dente.
Come viene eseguito il reshaping?
La procedura per modificare la forma di un dente è molto semplice e coincide con la parte ricostruttiva che si effettua anche nelle otturazioni. In pratica si tratta di aggiungere sostanza al dente senza prima eliminare la carie, in un’unica breve seduta.
L’Odontoiatra pulirà il dente con uno spazzolino o con altri strumenti con lo scopo di eliminare eventuali macchie o impurità di superficie; applicherà poi un gel mordenzante per preparare il dente ad accogliere il materiale ricostruttivo, e infine eseguirà le fasi di incollaggio con l’apposito adesivo. A questo punto viene aggiunto il materiale da ricostruzione (cioè il composito), scegliendo il colore più adatto ai denti del Paziente e modellandolo fino a raggiungere il risultato ottenuto.
Dopo aver indurito il materiale con la lampada a luce blu, il dente viene infine perfezionato e lucidato per dargli un aspetto ancora più naturale.
Cos’è il reshaping?
Per "reshaping" si intende la modifica non invasiva della forma di uno o più denti, con lo scopo di migliorare l’aspetto estetico del sorriso senza intervenire in modo sostanziale sugli elementi dentali.
Quando è opportuno fare la prima visita odontoiatrica?
Il vostro Odontoiatra di fiducia, iniziando le visite fin dai 3 anni di età (quando la dentatura decidua deve essere completa), ha un ruolo fondamentale nel monitorare e guidare la crescita dei denti e della bocca dei Vostri Bambini: può infatti seguire la crescita di questi denti, darVi le corrette istruzioni per mantenerli sani ed, eventualmente, intercettare e correggere precocemente le anomalie di crescita e di occlusione per eliminare gli ostacoli al corretto sviluppo dell’apparato stomatognatico del Bambino.
Cosa sono e che funzioni hanno i denti decidui?
Spesso considerati denti “di serie B” o poco importanti, i denti decidui in realtà svolgono numerose funzioni:
- sono indispensabili per consentire il Bambino a masticare, guidando l’introduzione dei cibi nel corso dei primi anni di vita,
- aiutano il Bambino a sviluppare una corretta deglutizione, passando dallo schema di deglutizione infantile tipico del neonato a quello degli adulti,
- contribuiscono allo sviluppo della fonazione, permettendo alla lingua di posizionarsi correttamente durante la pronuncia delle varie lettere,
- svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle arcate dentarie e delle ossa mascellari,
- mantengono lo spazio per i denti permanenti che dovranno sostituirli, guidandone l’eruzione nella sede corretta,
- contribuiscono allo sviluppo dell’autostima del Bambino.
Quali rimedi per alleviare il fastidio della comparsa dei dentini?
Per alleviare il fastidio dei piccoli pazienti è consigliabile rinfrescare spesso la bocca con un panno bagnato di acqua fredda o con gli appositi giochi da raffreddare in frigorifero; l’utilizzo di farmaci va sempre limitato ai casi gravi e gestito con il supporto del Pediatra o dell’Odontoiatra di fiducia.
Quali sono i sintomi che accompagnano la comparsa dei denti da latte?
Come le Mamme sanno bene, la comparsa dei denti da latte è un evento che si accompagna spesso a fastidiosi sintomi per il bambino: aumento della salivazione, nervosismo, difficoltà nell’alimentazione, sonno disturbato, febbre e comparsa di dermatiti (soprattutto nella zona periorale e sul sederino) sono tutte manifestazioni comuni nei bambini durante lo sviluppo della dentizione.
Quali sono i primi denti a comparire?
Solitamente i primi denti a comparire sono gli incisivi centrali inferiori, seguiti da quelli superiori e via via tutti gli altri, ma non tutti i Bambini seguono con precisione lo schema ideale. La cosa importante è che la dentatura decidua si completi entro i 36 mesi, età in cui dovrebbero essere presenti in bocca tutti i 20 denti da latte.
A che età compaiono i denti da latte?
I primi denti decidui nascono in bocca ai bambini verso i 6 mesi di vita, e continuano ad aumentare di numero fino a raggiungere la dentatura decidua completa fra i 24 e i 36 mesi di età del Bambino.
Quanti e quali sono i denti da latte?
I denti da latte sono complessivamente 20. Per ogni arcata si riconoscono: 4 incisivi, 2 centrali e 2 laterali, 2 canini (uno per lato posteriormente agli incisivi) e 4 molari, 2 per lato che completano l’arcata dietro i canini. Mentre gli incisivi e i canini decidui verranno sostituiti rispettivamente dagli incisivi e dai canini permanenti, per quanto riguarda i molari non esiste la stessa corrispondenza: i molari decidui, infatti, lasciano il posto ai premolari permanenti, mentre i molari definitivi erompono dietro a quelli da latte, in ragione del fatto che durante la crescita le arcate si allungano e che i denti permanenti sono più numerosi di quelli decidui (32 anzichè 20).
Cosa può fare il medico estetico contro la ritenzione idrica?
Il medico può individuare le cause principali del disturbo e intervenire con molte metodiche adatte al problema, come ad esempio la carbossiterapia (iniezioni di anidride carbonica medicale) e la mesoterapia (iniezioni di cocktail omeopatici), rivolti a curare le diverse cause che generano questi disturbi, ripristinando una corretta circolazione, favorendo il drenaggio e l’eliminazione di grasso e tossine nei tessuti colpiti. Tutto ciò deve essere accompagnato da un corretto stile di vita da una sana alimentazione.
Esistono rimedi naturali contro la ritenzione idrica?
Si, esisitono. Per eliminare i liquidi in eccesso possono essere utilizzati i prodotti naturali che aumentano la diuresi (eliminazione urine), come l’ippocastano e il tarassaco, mentre per migliorare il circolo e ripristinare un buon funzionamento dei capillari, si può ricorrere al fucus, pilosella, centella asiatica e mirtilli.
Solo le donne soffrono di ritenzione idrica?
No, non solo le donne. Le donne ne sono maggiormente colpite, ma anche gli uomini possono soffrirne.
Cosa si intende per ritenzione idrica?
Per ritenzione idrica si intende un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali (tra le cellule), che determina un gonfiore in determinate zone del corpo, perché i liquidi non vengono correttamente smaltiti a causa di un’alterata funzionalità del sistema circolatorio e linfatico.
Quali sono le cause della cellulite e della ritenzione idrica?
Possono essere molteplici ed alcune legate a problemi seri come patologie cardiache o renali, ma nella maggior parte dei casi sono secondarie a cattive abitudini alimentari e a uno scorretto stile di vita (sedentarietà, fumo, abuso di alcolici e caffè e un alimentazione ricca di sale) che comportano ritenzione di liquidi accumulo di tossine, gonfiore e cellulite nei distretti colpiti.
Ci sono effetti collaterali allo sbiancamento dentale?
Come ogni terapia medica, anche lo sbiancamento dei denti comporta il rischio di effetti indesiderati.
Il più comune è l’aumento della sensibilità dei denti trattati, che può limitarsi ai primi giorni dopo il trattamento o durare più a lungo, per un periodo di tempo non prevedibile. Il Vostro Odontoiatra vi aiuterà a contenere questo fastidioso sintomo proponendovi dentifrici e colluttori specifici e, in caso di necessità, utilizzando sostanze desensibilizzanti in grado di risolvere il problema.
Infine, i Pazienti che si sottopongono a trattamenti sbiancanti ripetuti troppo frequentemente, possono notare nel tempo una perdita di luminosità dei denti, che appariranno sempre più opachi. Anche in questo caso è fondamentale la supervisione dell’Odontoiatra, che indicherà al Paziente tempi e modi in cui è possibile ripetere la terapia in sicurezza, evitando gli effetti indesiderati..
Lo smalto dei denti si rovina con lo sbiancamento dentale?
Il gel sbiancante, attivato dall’azione dell’apposita lampada, penetra all’interno dello smalto dentale eliminando i pigmenti depositati nel tempo: questa azione di “pulizia” non determina danni strutturali al dente.
Lo sbiancamento dentale funziona sempre?
Il risultato di schiarimento dei denti si ottiene sempre nei casi idonei al trattamento. Non tutti i Pazienti e non tutti i denti, infatti, sono candidati ottimali a questo tipo di terapia. Per questo motivo la diagnosi del Professionista è fondamentale, in modo da non sottoporsi a terapie inadatte alla situazione del singolo Paziente.
Va tuttavia sottolineato che l’effetto dello sbiancamento dentale ha una durata di circa 6 mesi, dopo i quali è necessario ripetere il trattamento se si desidera mantenere lo stesso grado di lucentezza dei denti.
Come avviene lo sbiancamento dentale?
Dopo aver eseguito una seduta di igiene professionale, il Vostro Odontoiatra applicherà sulle gengive un gel protettivo per garantire la massima sicurezza del trattamento. Successivamente applicherà sui denti il gel sbiancante e lo attiverà grazie all’uso dell’apposita lampada.
Perché scegliere l‘osteopatia?
Sono tre i principali motivi per cui scegliere i trattamenti di osteopatia:
1. Non cura il sintomo, ma cerca di agire sulle cause;
2. Non utilizza farmaci;
3. Può svolgere un lavoro preventivo.
Da che età si può utilizzare l'osteopatia?
In realtà l’osteopatia si può utilizzare già da neonati: infatti, il trattamento osteopatico neonatale è una caratteristica peculiare di intervento osteopatico. Le restrizioni tessutali del neonato sia nella sfera craniale che a livello somatico generale possono essere manualmente corrette con gesti dolci e rispettosi..
Quali problemi si pone di risolvere l'osteopatia?
L’osteopatia è utile in per le problematiche al sistema muscolo-scheletrico, al sistema neurologico, al sistema neurovegetativo, al sistema circolatorio, al sistema digestivo, al sistema genito-urinario e al sistema ORL.
Che cos’è l‘osteopatia?
L’Osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e definita nel 2007 come una medicina basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e di trattamento. Si tratta di un sistema di cura che può essere applicato ad una ampia varietà di condizioni cliniche attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento, entrando a pieno titolo nel concetto di cura della salute supportato da conoscenze scientifiche. Pur non utilizzando farmaci, rimedi naturali e strumenti medicinali o elettromedicinali, un osteopata è in grado di innescare con la manipolazione dei tessuti i processi di autoguarigione di cui è naturalmente dotato l’organismo.
Quali colori dei tatuaggi si possono eliminare?
Con i laser si ottengono ottimi risultati sui tatuaggi di colore nero, marrone, blue, rosso, mentre i più difficili da eliminare sono alcuni verdi, gialli, colori pastello e il bianco. Quindi consigliamo a chi ama farsi tatuare, di evitare, se possibile, questi colori difficilmente rimovibili.
Dopo la rimozione di un tatuaggio serve convalescenza?
No ,si può ritornare alle quotidiane abitudini evitando piscina,e sport intensi nell'immediato.
Possono rimanere cicatrici dopo la rimozione di un tatuaggio?
In linea generale questi laser non recano danno alla pelle, quindi non lasciano cicatrici a maggior ragione se si seguano le indicazioni date dal medico.Possono rimanere per qualche tempo, aree di pelle più chiara o leggermente ombreggiata, in corrispondenza della zona trattata.
Ci sono controindicazioni al trattamento di rimozione di un tatuaggio?
Non esistono vere e proprie controindicazioni, ma non si effettuano in caso di gravidanza o allattamento in corso, e quando si ha la tendenza a formare cheloidi,cioè problemi di cicatrizzazione.
Dopo il trattamento di rimozione di un tatuaggio cosa si deve fare?
Bisogna semplicemente applicare sulla zona trattata una pomata suggerita dal medico, evitare di grattare la pelle e non esporsi al sole.
È dolorosa la rimozione di un tatuaggio?
Il dolore e' molto soggettivo, ci sono pazienti che lo paragonano a quello che si sente quando si fa il tatuaggio, altri non sentono quasi nulla, per ovviare a ciò, è sufficiente applicare se si vuole una pomata anestetica prima di effettuare il trattamento.
Quanti trattamenti sono necessari per rimuovere un tatuaggio?
Il numero dei trattamenti per la rimozione del tatuaggio è molto variabile, dipende dal tipo di pigmento utilizzato, dalla profondità del tatuaggio, dal colore, estensione, e sede corporea. Le sedute vanno distanziate almeno di un mese l'una dall'altra.
Come si può rimuovere un tatuaggio?
Il mezzo più sicuro oggi per rimuovere un tatuaggio è il laser, più precisamente il LASER Q- SWITCHED , che emettendo impulsi molto potenti ma di brevissima durata, riesce a frantumare il pigmento del tatuaggio in piccolissimi frammenti, in grado di essere successivamente rimossi dalle cellule spazzine del nostro corpo.
Quanto durano gli impianti nel tempo?
La durata nel tempo degli impianti dipende molto dal livello di igiene mantenuto dal Paziente e dal corretto mantenimento degli impianti attraverso i controlli periodici e le sedute di igiene professionale. Se il Paziente collabora attivamente con l’Odontoiatra, potrà mantenere i suoi impianti in salute molto a lungo: in letteratura scientifica sono descritti casi di impianti posizionati da 25 anni e ancora perfettamente funzionanti.
Come cambia la vita del Paziente dopo la terapia implantare?
Il vantaggio della terapia implantare è quello di restituire al Paziente la stessa qualittà di vita che conduceva prima di perdere i denti: potrà parlare normalmente e sorridere senza timori, potrà seguire un’alimentazione normale e a tutti sembrerà che possieda i suoi denti naturali.
Come vanno curati gli impianti da parte del Paziente?
La collaborazione del Paziente è fondamentale per la buona riuscita della terapia implantare. Il mantenimento di una scrupolosa igiene orale quotidiana, la puntualità nel presentarsi agli appuntamenti di controllo, il rispetto delle sedute di igiene orale professionale richieste dall’Odontoiatra sono i fattori chiave per garantire il successo della terapia. Il fumo è un altro fattore di estrema importanza: va rigorosamente evitato durante tutto il periodo di guarigione, in quanto costituisce un fattore di rischio per la salute degli impianti.
Qual è l’aspetto della bocca durante il trattamento implantare?
Una volta inserito un impianto, nella maggior parte dei casi sarà possibile applicare un provvisorio che permetta al Paziente di sentirsi a suo agio fino all’applicazione della protesi definitiva. Solo in alcuni casi, che il Chirurgo esaminerà e specificherà al Paziente di volta in volta, sarà necessario attendere prima di posizionare il provvisorio.
Cosa succede all’impianto dopo che è stato inserito in bocca?
Una volta inserito l’impianto, l’osso circostante vi aderisce e cresce fino a inglobarlo: questo fenomeno viene definito “osteointegrazione”.
L’implantologia è dolorosa?
Durante il posizionamento dell’impianto vengono utilizzate anestesie locali in grado di annullare ogni dolore. Nei giorni successivi all’intervento può presentarsi un lieve gonfiore accompagnato da un fastidio locale, facilmente gestibile con l’utilizzo di ghiaccio e antidolorifici orali.
L’implantologia è rischiosa?
Successivamente all’inserimento dell’impianto, il Chirurgo prescriverà la terapia farmacologica più opportuna per evitare che si sviluppino infezioni e complicanze. Tuttavia vi sono alcuni rischi minori legati all’implantologia, ad esempio la frattura dell’impianto o la necessità di riavvitare le componenti visibili (il perno e la corona). Nei primi tempi è bene fare attenzione durante la masticazione ed evitare i cibi particolarmente duri per evitare fastidi e danni meccanici agli impianti.
L’implantologia è costosa?
Il prezzo della terapia dipende dalla complessità del caso, dal numero degli impianti necessari e dalla tipologia della protesi che viene applicata sopra le viti implantari (corone, ponti o protesi totali). In ogni caso, esistono soluzioni diverse a seconda delle esigenze e disponibilità economiche del Paziente: parlando con l’Odontoiatra si può sicuramente trovare il piano di cura più adatto ad ogni Paziente.
Quali sono i benefici della terapia implantare?
Grazie all’impianto il Paziente potrà riacquistare un bel sorriso, parlare liberamente e masticare i cibi con facilità. Nel caso di sostituzione di più denti potrà evitare di realizzare un ponte, che intaccherebbe i denti adiacenti allo spazio da riempire. Nel caso di protesi totale, il posizionamento di impianti garantisce una migliore stabilità della protesi stessa, migliorando la qualità della masticazione e permettendo al Paziente di parlare e sorridere con disinvoltura. Inoltre, il posizionamento degli impianti previene il riassorbimento osseo e il conseguente peggioramento estetico del viso.
Cosa deve fare un Paziente intenzionato a intraprendere la terapia implantare?
E’ sufficiente prenotare una visita senza impegno e sottoporre all’Odontoiatra la propria situazione: sarà l’Operatore a richiedere gli accertamenti diagnostici necessari (ad esempio le radiografie più adeguate) e a informare il Paziente su ogni fase della terapia.
Tutti i Pazienti possono sottoporsi a questo tipo di terapia?
Affinchè la terapia implantare vada a buon fine, devono essere rispettati alcuni determinanti fattori: per questo motivo il Chirurgo dovrà eseguire un’accurata anamnesi, ricostruendo la storia clinica del Paziente per assicurarsi che non siano presenti condizioni possano pregiudicare l’esito della terapia. Esistono infatti condizioni generali (alcune patologie sistemiche, il fumo ecc.) e locali (la quantità e la qualità dell’osso residuo), che possono impedire il posizionamento e l’osteointegrazione degli impianti: per questo motivo i Pazienti che presentano queste caratteristiche devono essere indirizzati verso altri tipi di trattamenti più idonei per Loro.
A cosa serve un impianto?
L’impianto funge da radice di un dente estratto: una volta inserito viene utilizzato come base per posizionare una corona che sostituisca il dente mancante sia a livello estetico che funzionale, consentendo al Paziente di sorridere e masticare correttamente.
Che cos’è un impianto?
L’impianto è una vite che viene inserita dal Chirurgo nelle ossa mascellari per sostituire la radice naturale di un dente mancante. Solitamente è realizzato in titanio medicale, un materiale altamente biocompatibile, per evitare il rischio di un rigetto.
Cosa succede all’osso quando si perde un dente?
La mancanza di uno o più denti causa un graduale riassorbimento dell’osso e della gengiva che lo ricopre. Nel caso in cui si perdano molti denti, questo fenomeno può provocare un cambiamento dei lineamenti del viso, perchè i tessuti non trovano più il supporto delle strutture ossee sottostanti.
Inoltre, i denti vicini allo spazio vuoto si sposteranno verso questa zona, provocando non solo un disallineamento ma anche difficoltà di masticazione.
Come vengono tutelati i pazienti?
“Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del supporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate” Articolo 11 Codice Deontologico degli Psicologi Italiani.
Lo psicoterapeuta prescrive psicofarmaci?
Solo se si tratta di un medico che ha ottenuto la qualifica anche di psicoterapeuta. Lo psicoterapeuta laureato in psicologia (laurea quinquennale, abilitazione ed iscrizione all’albo professionale) e specializzato in psicoterapia (scuola di specializzazione quadriennale o quinquennale in psicoterapia) non prescrive farmaci.
Come si fa a diventare psicoterapeuti?
Lo psicoterapeuta è un medico (laureato in medicina e chirurgia) o uno psicologo (che ha conseguito la laurea quinquennale in psicologia ed ha ottenuto l’abilitazione alla professione con iscrizione all’ordine degli psicologi) che ha frequentato una scuola quadriennale o quinquennale in psicoterapia. Esistono diversi approcci teorici e diverse scuole di psicoterapia che formano professionisti: tutti condividono il medesimo obiettivo (promuovere il benessere delle persone) ma posso differenziarsi per le tecniche, i metodi e gli strumenti che utilizzano.
Quanto dura un percorso di psicoterapia?
Non è possibile stabilire a priori la durata del percorso, poiché si tratta di un dato strettamente personale ed individuale. E’ possibile però concordare gli obiettivi, ovvero stabilire insieme dove si vuole arrivare e cosa si vuole ottenere dalla terapia, concordando con il terapeuta le modalità per poter raggiungere tali obiettivi.
Cosa avviene nel percorso di psicoterapia?
L’obiettivo della psicoterapia è aiutare il paziente ad effettuare un cambiamento nelle emozioni, nei pensieri, negli atteggiamenti, comportamenti e relazioni che arrecano disturbo alla persona che ha richiesto aiuto. Nel corso dei colloqui il terapeuta guida il paziente a capire il come e il perché del proprio disagio, analizzando il rapporto che egli ha con se stesso e le relazioni che instaura con gli altri.
Cosa è la psicoterapia?
La psicoterapia è una modalità di trattamento in cui lo psicoterapeuta ed il paziente lavorano per cambiare insieme una situazione di disagio psicologico. Il disagio si manifesta nelle persone in modo diverso, come stato interno di malessere, oppure attraverso sintomi specifici, o con comportamenti o modi di relazionarsi agli altri ricorrenti e che creano disagio.
Quanto mi durerà l’otturazione appena fatta?
Varia da molti fattori, quali ad esempio l’igiene orale, l’alimentazione, il PH della bocca ecc… normalmente dai 5 ai 20 anni.
Dopo l’estrazione devo prendere l’antibiotico?
Varia da caso a caso. Normalmente un soggetto che gode di buona salute non necessita di assumere antibiotici ne prima ne dopo un’estrazione salvo casi particolari.
E’ bravo il dottore che mi curerà?
Tutti i nostri collaboratori sono medici specialisti od odontoiatri, tutti abilitati a svolgere la disciplina odontoiatrica e costantemente frequentano corsi di aggiornamento specifici.
In caso di estrazioni mi metteranno dei punti?
E’ spesso consigliabile posizionare una sutura per favorire l’arresto del del sanguinamento e la guarigione della ferita.
Dopo quanto tempo posso mangiare terminata la seduta?
In caso di otturazioni estetiche ed igiene orale, subito dopo la seduta. In caso di devitalizzazioni, implantologia o cementazioni di corone si consiglia di astenersi dal masticare dalla parte trattata per 24 ore, e comunque non prima sia terminato l’effetto dell’eventuale anestesia.
Quante volte dovrò presentarmi in tutto?
Le sedute sono in funzione del piano di cure prodotto. Mediamente da 1 a 10 sedute a seconda dei casi. In certi casi come per l’impianto e per protesi sono necessari due o tre cicli di sedute.
Sentirò male?
Normalmente no, perché laddove fosse necessario verrà praticata un’anestesia locale per il controllo del dolore.
Quanto dura ogni seduta dal dentista?
Il tempo necessario all’esecuzione della prestazione; solitamente da un minimo di 15 minuti ad un massimo di 120 minuti.
Quanto dura l’effetto dell’anestesia?
Da alcuni minuti ad alcune ore a seconda del tipo e della quantità di anestesia somministrata. In tale periodo il paziente dovrà fare attenzione a non masticare, bere bevande calde e fumare dal lato anestetizzato per evitare traumi masticatori e scottature per la momentanea non sensibilità.
Il ciuccio fa male alla bocca?
L’utilizzo del ciuccio è fisiologico e non crea problemi fino ai 24-30 mesi, successivamente andrebbe tolto per evitare che condizioni negativamente la crescita della bocca.
Qual è il dentifricio migliore per i bambini?
Dai 3 anni in poi si consiglia l’utilizzo di dentifrici a base di fluoro, possibilmente senza parti abrasive (es. microgranuli o microsfere), che possono graffiare i denti.
Quante volte al giorno devo far lavare i denti a mio figlio?
Fino ai 9-10 anni è sufficiente lavare bene i denti 2 volte al giorno, dopo la colazione e prima di andare a letto. Il lavaggio dopo pranzo è sicuramente positivo ma non indispensabile fino ai 10 anni.
Devo dare le pastiglie di fluoro a mio figlio? Se si, da che età?
Oggi l’utilizzo di fluoro per via sistemica viene sempre meno consigliato per evitare sovraddosaggi, è preferibile iniziare dai 3 anni ad utilizzare un dentifricio contenente fluoro sotto la supervisione dei genitori.
L’idropulsore è utile nell’igiene orale quotidiana?
Gli unici strumenti di pulizia indispensabili sono lo spazzolino e il filo interdentale, l’idropulsore può essere un complemento utile in alcune situazioni ma non indispensabile.
Devo utilizzare il collutorio dopo aver lavato i denti?
L’uso quotidiano del collutorio non è necessario, a meno che non si utilizzi un collutorio al fluoro e lo si tenga in bocca per almeno 3 minuti (tempo minimo efficace per l’assorbimento del fluoro da parte dei denti). In alcuni casi specifici sarà il dentista a prescrivere un collutorio antinfiammatorio ma sempre per un periodo limitato di tempo.
I bambini devono usare il filo interdentale?
L’utilizzo del filo interdentale è consigliato da quando il bambino acquisisce una buona manualità, in particolare da quando è in grado di scrivere in corsivo e di allacciarsi le stringhe delle scarpe da solo. Questo per evitare che il bambino poco attento si ferisca le gengive.
Per i bambini è meglio lo spazzolino manuale o elettrico?
Il Ministero della Salute consiglia l’utilizzo dello spazzolino elettrico dai 3 anni in su, perchè la sua maggiore efficacia nella pulizia è stata dimostrata scientificamente.
Quando dondola un dente da latte va tolto o lasciato cadere da solo?
Se il dente dondola molto è fastidioso per il bambino e può provocare infiammazione della gengiva, quindi è meglio toglierlo.
Quanto dura una terapia ortodontica?
La durata media di una terapia ortodontica varia dai 18 ai 24 mesi, ma bisogna sempre valutare la situazione specifica del singolo Paziente.