Il diabete mellito gestazionale (GDM) è il disordine metabolico più comune che può verificarsi nella gestante, che tendenzialmente tende a scomparire dopo il parto. Se non viene diagnosticato tempestivamente o trattato correttamente, può essere dannoso sia per la salute materna che fetale. Infatti, diverse sono le complicanze che si associano a questa forma di diabete. Ne parlaimo con la nostra Biologa Nutrizionista.
Quali sono i rischi per il feto?
Gli elevati livelli di glucosio presenti nel sangue materno attraversano la placenta e, una volta raggiunta la circolazione fetale, determinano un aumento della produzione di insulina, che, a sua volta, stimola la crescita dei tessuti insulino-sensibili nel bambino, causando una crescita eccessiva del feto (macrosomia) e ipoglicemia dopo la nascita.
Quali sono i rischi per la mamma?
Relativamente alla gestante, le complicanze includono ipertensione, maggiore probabilità di parto cesareo e aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2, in particolare nei primi 5 anni dopo il parto.
Quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo di diabete in gravidanza?
I fattori di rischio per lo sviluppo di diabete gestazionale consistono nella presenza di un IMC pregravidico >30 kg/m^2 (ovvero se si è in una condizione di obesità), età superiore ai 35 anni, macrosomia fetale in almeno una precedente gravidanza, familiarità di primo grado per diabete mellito di tipo 2 (DMT2) e diabete mellito gestazionale in una gravidanza precedente. Di contro, il livello di rischio è basso in presenza di un IMC pregravidico <25 kg/m^2 (valore che indentifica la condizione di normopeso), età inferiore ai 25 anni, assenza di complicazioni in eventuali gravidanze precedenti e assenza di familiarità di primo grado per DMT2.
Come controllarlo?
Nella maggioranza delle donne il diabete gestazionale viene controllato da modifiche della dieta e dall’attività fisica, pertanto, i cambiamenti nello stile di vita sono essenziali nella gestione di tale disordine metabolico.
Relativamente alla terapia dietetica, è molto importante prestare attenzione ai glucidi, in quanto influenzano la risposta glicemica postprandiale. In particolare, più che alla quantità è fondamentale prestare attenzione alla qualità dei carboidrati, cercando di favorire il consumo di cereali integrali e fibra alimentare, al fine di ridurre il picco e il carico glicemico. Inoltre, al fine di ridurre l’entità dei picchi iperglicemici post-prandiali nella donna con diabete mellito gestazionale, le raccomandazioni nutrizionali suggeriscono di frazionare i pasti nell’arco della giornata (tre pasti principali e 2-3 spuntini). Infine, la pratica di una regolare attività fisica risulta essere essenziale per garantire un miglior controllo glicemico.
Nel caso in cui la gestante con GDM, nonostante lo stile di vita corretto e l’esercizio fisico, non riesca a controllare l’iperglicemia, dovrà ricorrere alla terapia farmacologica.
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