La radice del termine “bruxismo” deriva dalla parola greca βρύχω, che significa letteralmente “digrignamento dei denti”. Per bruxismo si intende la parafunzione, ovvero un’attività anomala non finalizzata allo scopo della masticazione, che consiste nella contrazione dei muscoli masticatori in forma di serramento o di digrignamento (serramento + sfregamento delle arcate). È un fenomeno più marcato durante il sonno ma può verificarsi anche durante il giorno in varie forme.
Cos’è il bruxismo notturno?
Il bruxismo notturno, solitamente, dura pochi secondi, ma può ripetersi più volte durante il sonno. In base a quanto emerge dal tracciato dell'encefalogramma, il digrignamento dei denti compare, di norma, nella seconda fase del sonno. Alcuni ricercatori hanno registrato il bruxismo anche nella fase REM, ma questo sembra essere un evento piuttosto raro.
E’ molto diffuso?
A livello epidemiologico il bruxismo rappresenta un fenomeno diffuso: è stimato che una percentuale pari al 5-20% della Popolazione ne sia affetta, senza distinzione di razza o d'età. Più precisamente, si stima che il 20% dei Soggetti tende a stringere i denti durante il giorno (serramento diurno). Se lo stesso fenomeno si ripete alla notte si parla di serramento notturno, che interessa il 10% della Popolazione. Alcuni Soggetti, oltre al fatto di serrare i denti, tendono a digrignarli frequentemente: è questo il digrignamento, la tipologia di bruxismo che comporta più problemi a livello dentale.
Quali possono essere cause?
Per quanto riguarda le cause del bruxismo, è stata comprovata una certa predisposizione familiare per la tendenza a digrignare i denti e sono stati riscontrati casi ripetuti di bruxismo nella stessa famiglia. Si è inoltre registrata una certa tendenza a manifestare il fenomeno in età adulta quando il bruxismo è già presente durante l'infanzia. Tra i fattori che promuovono il disturbo emergono anche malformazioni della mandibola, malocclusioni dentali, stress associato ad aggressività ed alterazioni dello stato psico-patologico in genere. Esistono anche casi di bruxismo secondario all’utilizzo di sostanze chimiche o farmaceutiche (farmaci anti-psicotici, antidepressivi e sostanze stupefacenti).
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